Morfologia
Lo spunto per l’organizzazione di questo lavoro sulla morfologia mi è stato offerto da una semplificazione che ho dovuto utilizzare per illustrare anticipatamente il senso complessivo dell’analisi grammaticale: alla richiesta degli allievi di chiarimenti, ho spiegato che si tratta semplicemente di mettere ciascuna parola dentro la propria “scatola”, e che le scatole in tutto sono nove, suddivise in due gruppi distinti.
Ripensando a questa mediazione, ho pensato di progettare e mettere in pratica un’attività, in sé piuttosto semplice, che, pur presentandosi con un impianto ludico, al suo interno rende possibili implementazioni di riflessioni linguistiche anche complesse, adattabili anche a differenti contesti di classe e agli interessi e alla sensibilità dell’insegnante.
L’attività si svolge nel seguente modo: ogni mattina, all’inizio della lezione, un alunno pesca, da un sacchetto che contiene svariate parole della lingua italiana, una parola di cui deve indicare la categoria morfologica di appartenza, spiegando il perché della sua scelta oppure aiutato dalle domande dell’insegnante. Dopo che l’individuazione è avvenuta correttamente, il biglietto estratto viene incollato su un cartellone già strutturato dall’insegnante da appendere in classe e la parola estratta viene scritta da ciascun allievo su un foglio in formato A3 che verrà tenuto sul quaderno.
I vantaggi di questo lavoro sulla morfologia possono essere individuati tra i seguenti.
Innanzitutto, la possibilità di lavorare in un’ottica che definirei “acquisizionale” della riflessione grammaticale: in questo senso, l’insegnante potrà calibrare numero e caratteristiche delle parole tra cui poter scegliere sulla base dei prerequisiti supposti e sul livello di competenza della classe. Soprattutto nel caso di una classe con competenze embrionali di riflessione sulla lingua, le parole scelte potranno essere semplici; con l’avanzamento dell’attività, molte parole potranno essere tolte dal sacchetto, mentre altre potranno essere aggiunte. Nel corso dell’anno scolastico potranno essere aggiunti parole che rendono più difficile l’individuazione della categoria di appartenenza, favorendo così la valorizzazione del pensiero divergente.
Il secondo vantaggio consiste nel fatto che gli allievi potranno dimostrare di essere già competenti, seppur ad un livello elementare, nella morfologia delle parole: elemento, questo, non trascurabile e che può permettere uno sviluppo graduale e progressivo della competenza già presente.
Mi piace molto e credo che copierò l’idea. Mi chiedo: come fare con quelle parole che hanno doppie o triple interpretazioni? Piano (aggettivo e avverbio), questo (aggettivo e pronome) e via discorrendo. L’allievo fa notare che quella parola potrebbe appartenere a due categorie e sceglie come crede?
Grazie
Cristina 🙂
Ciao Cristina,
secondo me le parole che possono appartenere a diverse parti del discorso vanno introdotte nel sacchetto in un secondo momento, quando i ragazzi saranno già abituati a problematizzare la riflessione sulla lingua. Quando mi è capitato e i ragazzi hanno individuato una sola appartenenza, ho scritto delle frasi alla lavagna per mostrare loro più possibilità di utilizzo della parola, e ci abbiamo ragionato assieme. Non è semplice, ma la via è percorribile.
Fammi sapere,
buona settimana,
Francesco